Si è svolta sabato scorso la presentazione della Comunità Slow Food “Autoctoni Vesuviani”. Nonostante la pioggia ininterrotta, caduta fin dalle prime ore del mattino, sono stati davvero tanti gli amici che sono giunti al Museo MATT di Terzigno per dare il benvenuto a questa nuova Comunità che nasce nel territorio della condotta Slow Food Vesuvio e che perseguirà un unico obiettivo: tutelare e valorizzare la storia del Vesuvio, dei suoi vitigni autoctoni e delle altre specie frutticole che, nei secoli, hanno creato una Biodiversità unica. Il taglio degli interventi è stato tecnico ma allo stesso tempo conviviale, spaziando tra storia, viticoltura e impegno sociale.
Tra i relatori Maria Lionelli, fiduciaria Slow Food Vesuvio, Alberto Capasso, co-fondatore della a Comunità e già presidente del Comitato Esecutivo Regionale Slow Food Campania, Francesco Ranieri, sindaco di Terzigno, Giacomo Miola, vicepresidente Slow Food Italia, Mario Riccardi, portavoce Comunità Agricoltura Sociale del Vesuvio, e Yuri Buono, giornalista e portavoce della Comunità “Autoctoni Vesuviani”.
Si ringrazia l’Amministrazione Comunale di Terzigno per aver concesso il Patrocinio e per la presenza di Assessori e Consiglieri che hanno voluto esprimere il proprio sostegno all’iniziativa, nonché Lucio Canzanella e Angelo Massa per la squisita disponibilità. Per gli intervenuti è stato anche possibile visitare le meraviglie archeologiche che il MATT conserva e che sono state illustrate da guide autorizzate.
Un gesto bellissimo, che merita di essere sottolineato, è stata la presenza di Pietro Calandriello e degli amici della Condotta Slow Food “Magna Grecia Metapontum”, che – giunti direttamente da Pisticci (Matera) – hanno voluto omaggiare la nascente comunità di alcune bottiglie di vino lucano, nell’ottica di un continuo e proficuo scambio non solo di delizie autoctone, ma soprattutto umano. Importante è stata anche la presenza di contadini e vignaioli, perché questa comunità avrà senso e vita solo grazie ai loro consigli che arriveranno da chi tutti i giorni “cura la terra”.
Una Comunità Slow Food non è un’associazione, non bisogna tesserarsi, è un insieme di uomini e donne di buona volontà che decidono di perseguire un obiettivo comune. È una forma di aggregazione inclusiva, aperta alla società civile e a chiunque voglia dare il suo contributo al fine di perseguire un obiettivo comune. In questo caso, la volontà è quella di mettere in campo iniziative che tendano a tutelare e a valorizzare i vitigni autoctoni vesuviani e le altre specie frutticole a rischio di estinzione.