Cultura, turismo e riqualificazione sia urbana che sociale: questi sono gli ingredienti che stanno producendo ricchezza e nel quartiere sempre visto come malfamato
Il Rione Sanità è sempre stato uno dei quartieri più antichi e affascinanti di Napoli. Arte e cultura sono intrinseci nel luogo, ma anni di degrado, abbandono e incuria ne hanno deturpato l’immagine, relegando il quartiere a simbolo del crimine e della marginalità.
Dagli anni 2000, grazie alla figura di padre Antonio Loffredo, nuovo parroco della Basilica di Santa Maria della Sanità, e ai tanti volontari, il quartiere sta finalmente cambiando volto.
Uno dei principali obbiettivi raggiunti è stato l’aver valorizzato il patrimonio storico del quartiere: Le catacombe di San Gennaro e San Gaudioso, dopo anni sono state finalmente riaperte al pubblico.
Anche altre chiese sono state restaurate, come la Basilica di Santa Maria della Sanità, la Chiesa di San Vincenzo Ferreri e la Chiesa dei Cristallini.
Il quartiere oggi sta diventando un luogo vivo e attrattivo: una vasta offerta di spazi per aggregazione e inclusione, aperti a tutti i visitatori, come la Libreria dei quartieri, il Teatro Sanità, il Centro di Aggregazione sociale “La Paranza”. Quest’ultima si è fatta proponitrice di una iniziativa: “Luce al rione sanità”, con un finanziamento, privato, per restaurare la chiesa di Santa Maria della Maddalena, rappresentando i volti più importanti del quartiere, come il salumiere Egidio, realizzati dall’artista cileno Gonzales e lo spagnolo Cruz; volti di persone che nella loro quotidianità, aiutano le persone del quartiere in difficoltà, senza cedere alla criminalità.
Al rione, precisamente a Via Montesilvano, si può trovare il Vicolo della cultura: palazzi restauranti e dipinti da volontari delle associazioni, e anche opere di street art rappresentanti i volti della città, come per esempio Pino Daniele, e anche lavori in artigianato e opere ad abbellire gli spazi adibiti a musei e attrazioni varie. Un museo en plei air realizzato vicino a beni confiscati dalla camorra, e ultima non per importanza, una grandissima biblioteca itinerante.
Questi progetti hanno permesso, ai giovani in particolare, di trovare opportunità di una nuova strada, segno di come la cultura e la partecipazione possono cambiare veramente un quartiere difficile, senza il bisogno di costruire palazzi o realizzare qualche murales.