Dal XIII secolo ad oggi, una staffetta generazionale tra militari, diplomatici, notai, scienziati, ingegneri, ecclesiastici ma soprattutto agricoltori, che hanno segnato la storia della Franciacorta
BRESCIA. Arrivare a 18 generazioni e non sentirle, pur vantando una storia familiare che inizia nel XIII secolo e un passato importante costellato da illustri antenati. Militari, diplomatici, notai, scienziati, ingegneri, ecclesiastici ma soprattutto agricoltori, che hanno segnato la storia della Franciacorta, distinguendosi per la forte impronta innovativa e la grande attenzione alla sostenibilità ambientale. La dinastia Ricci Curbastro diventa “maggiorenne” e guarda già al futuro scommettendo sul giovane Gualberto. È lui infatti il primo degli eredi del patrimonio di casa, che vanta due tenute vitivinicole (l’omonima azienda di Capriolo in Franciacorta e la tenuta Rontana di Brisighella in Romagna), uno straordinario Museo Agricolo e del Vino ed un agriturismo a due passi dal Lago d’Iseo. A lui spetterà il ruolo di nuovo “corridore” di questa staffetta generazionale che annovera personaggi del calibro di Gregorio Ricci Curbastro, illustre matematico a cui si deve il calcolo differenziale assoluto su cui si fonda la teoria della relatività di Einstein, e di Gualberto Ricci Curbastro, tra i fondatori della Doc Franciacorta e antesignano a livello nazionale del turismo enogastronomico. Ad affiancarlo saranno il padre, Riccardo Ricci Curbastro, e presto anche i fratelli Filippo, enologo con alle spalle diverse esperienze in Toscana, Franciacorta, Romagna, Nuova Zelanda e Bordeaux, e Daniele, startupper del settore immobiliare con una forte propensione artistica, al punto da firmare alcune delle più recenti etichette aziendali.
Classe 1991, laureato alla Bocconi di Milano e con all’attivo percorsi di studi presso la EBS Universität für Wirtschaft und Recht in Germania e la Jönköping International Business School di Jönköping in Svezia, Gualberto Ricci Curbastro ricopre dallo scorso anno la carica di vicepresidente della Strada del Vino Franciacorta e di consigliere del Consorzio Vini Franciacorta. Dal 2014 conduce inoltre l’azienda agricola Giorgio Fortunato della zia Luisa Vezzoli, producendo uve e olio extravergine di oliva Toscano IGP, mentre dal 2016 ha fatto il suo ingresso nella storica e omonima azienda occupandosi principalmente di mercati nazionali e internazionali. Un impegno svolto sull’esempio del padre Riccardo, che oltre essere amministratore e responsabile marketing e produzione, vanto un lungo corso nel mondo enoico, dove attualmente veste i panni di presidente di Federdoc e di Equalitas, la società che propone un modello di sostenibilità unico e condiviso per il settore vitivinicolo italiano secondo i pilastri sociale, ambientale ed economico. Non a caso, proprio la cantina franciacortina è stata tra le prime a livello nazionale a raggiungere questo standard, confermando così la spiccata sensibilità ambientale che caratterizza da decenni gli investimenti attuati sia in vigna che in cantina. Risultati tangibili in questo senso sono, ad esempio, la prima vendemmia interamente biologica del 2018, il primo vino prodotto da un vigneto di varietà resistenti alle crittogame (un Sebino IGT “zero trattamenti e zero residui”) e la totale indipendenza dal punto di vista energetico con pannelli solari.
È stato infatti Gualberto Ricci Curbastro (1932-2013) ad avviare un processo di profonda trasformazione aziendale fin dal 1967, anno di istituzione della DOC Franciacorta cui partecipò con altri dieci fondatori. Aiutato dal figlio Riccardo, entrato nel management a fine anni Settanta, ha avviato coraggiosi investimenti che hanno permesso di ampliare la cantina di venticinque volte rispetto a quella costruita nel 1946, raggiungendo gli oltre 2500 mq con una profondità di 15 metri, e di accrescere la superficie di vigneti da 2,30 ettari agli attuali 29. Insieme hanno inoltre realizzato l’agriturismo (12 appartamenti in tutto) e aperto il Museo Agricolo e del Vino, oggi diventato un polo di attrazione unico sulla storia agricola della Franciacorta visitato annualmente da oltre 8mila persone. Ciò anche a testimonianza di una tradizione agricola che si tramanda sin dal XIII secolo, da quando il capostipite Pietro decise di dedicarsi alle proprie terre a Lugo e Bagnacavallo in Romagna, dopo l’esilio da Firenze.