Protesta Pastori Sardi, Pascale: “No a misure tampone”

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Il consigliere nazionale Slow Food presente al “Laboratorio del gusto sui formaggi” della Condotta Slow Food Vesuvio. “Etichetta narrante e fiscalità differenziata” tutelano i produttori

La crisi dei pastori sardi sta segnando l’agenda politica dei primi mesi del 2019. Da un lato i produttori che percepiscono compensi bassi per il loro latte, dall’altro le aziende che impongono il prezzo. Nel mezzo il governo che sta provando a mediare e che ha proposto un calmiere maggiore del prezzo attuale, ma che ancora non accontenta le aspettative dei produttori.

Il “Laboratorio del gusto sui formaggi” del Mercato della Terra di Slow Food Vesuvio

Con Gaetano Pascale, già presidente nazionale Slow Food e oggi consigliere nazionale, abbiamo fatto un punto sulla crisi e la rivolta dei pastori sardi. Pascale, insieme a Giosuè Rino Silvestro fiduciario della Condotta Slow Food di Napoli, ha partecipato al seminario organizzato da Slow Food Vesuvio “Laboratorio del gusto sui formaggi”. L’iniziativa nell’ambito del Mercato della Terra che si tiene la prima domenica di ogni mese a piazza Vergas a Boscoreale (Napoli).

“Purtroppo in molte filiere ci si ritrova davanti a prodotti indifferenziati. Quella del latte è ancora più critica”. Ha risposto Gaetano Pascale durante l’intervista rilasciata ad Eroi del Gusto. “Slow food da sempre è impegnata a dare identità alle produzioni alimentari. È fondamentale riuscire a distinguerle perché sono differenti. Non è pensabile che il latte prodotto in Sardegna dai pastori sia uguale a quello prodotto in Romania o in altre parti del mondo. Discorso valido per le altre filiere come cereali e coltivazioni orticole industriali dove si fa gran fatica a riconoscere la giusta remunerazione agli agricoltori”. Ha continuato Pascale.

Tra le soluzioni da adottare, secondo il consigliere nazionale, c’è quella dell’Etichetta narrante e i Mercati della Terra

Noi abbiamo sperimentato l’etichetta narrante, un modo per raccontare il processo produttivo a chi fa la spesa – ha continuato Gaetano Pascale – Ma anche i mercati della terra sono modelli di contatto perché chi fa la spesa può attingere il racconto direttamente dal produttore il processo produttivo. Questo dà più reddito agli agricoltori senza incidere nella spesa quotidiana delle persone che devono far quadrare il bilancio familiare. I modelli di slow food dovrebbero diventare la pratica. Dovremmo chiedere a produttori e industria alimentare di raccontarci i prodotti”.

Riforme normative. “Ridurre la burocrazia per chi vuole trasformare e adottare la fiscalità differenziata”

Su quali riforme dovrebbe adottare il governo per eliminare alla radice i problemi come quelli in Sardegna, il consigliere nazionale Slow Food non ha dubbi: “Bisogna ridurre la burocrazia per chi vuole trasformare. Se il pastore sardo volesse trasformare il proprio latte in formaggio si ritroverebbe davanti una giungla di adempimenti accessibili solo all’industria. Non è pensabile che chi trasforma le proprie produzioni ha gli stessi adempimenti di chi acquista la materia prima da continenti diversi”. Ed anche: “C’è bisogno di fiscalità differenziata – ha concluso Gaetano Pascale – Continuiamo a pagare l’iva sulla categoria merceologica. Bisogna pagare l’iva sulle differenze di processo produttivo che impattano su ambiente e socialità”.

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Raffaele Perrotta
Giornalista e guida turistica, ai fornelli fin da piccolo per amore. Da qualche anno, tra un articolo di politica e una ripresa video, si dedica alla conoscenza ed approfondimento di vini.

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