Media Fruitimprese, export ortofrutta 9 mesi: saldo attivo 781 milioni euro

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Fruitimprese

Marco Salvi: “A fine 2021atteso un saldo di 1 miliardo euro, un risultato storico. Ma l’incremento dei costi getta ombre preoccupanti sul 2022”

Si conferma il trend positivo dell’export ortofrutticolo nei primi 9 mesi del 2021. In crescita il valore (+12,1%) che sfiora i 3,8 miliardi euro e le quantità (+5,4%) per circa 2,7 milioni di tonnellate. In ripresa i principali segmenti: frutta fresca +10,1% (1,9 miliardi euro), frutta secca +34,1% (470 milioni euro), legumi e ortaggi +9,8% (1,1 miliardi euro). Dalle elaborazioni Fruitimprese su dati Istat, grazie al calo dell’import in quantità (-4,8%) e in valore (-5,3%), i saldi si confermano tutti positivi: in valore (+781 milioni euro) e in quantità (+75.854 tons).

I prodotti campioni di export sono le mele per un controvalore di 654 milioni euro (circa +11%), l’uva da tavola (401 milioni euro, quantità stabili), i kiwi (quasi 295 milioni euro +12,7%), pesche/nettarine (quasi 136 milioni euro, +25,8%), le arance (93 milioni euro, circa il 9%). Sul fronte import il primo prodotto restano le banane (323,4 milioni euro, – 7%) e si conferma il boom dell’avocado (circa 69 milioni euro, +35%).

“I dati sono la controprova di un commercio internazionale in piena ripresa – commenta il presidente di Fruitimprese, Marco Salvi – e per il nostro export si conferma il trend positivo del primo semestre 2021. Ci confortano i buoni risultati dei prodotti in cui l’Italia è leader: le mele, il kiwi, l’uva da tavola, le pere, e i saldi che tornano tutti positivi, in valore ma soprattutto in quantità. Tutto lascia supporre che a fine anno il saldo positivo dell’export raggiungerà il miliardo euro, un risultato storico, che non si vedeva da molti anni”.

“Accanto a questa fotografia positiva – continua Salvi – voglio ribadire la grande preoccupazione degli operatori per la situazione di incertezza legata al forte aumento dei costi dei materiali, dei servizi, dell’energia e dei costi della logistica in particolare dei noli marittimi che per alcune destinazioni hanno raggiunto il 100 per cento. Come reagirà il mercato? Ci riconoscerà questi aumenti nel prezzo finale dei prodotti? Nel nostro settore una differenza di 10 centesimi al kg fa la differenza tra una campagna positiva ed una disastrosa; in più i nostri sono prodotti freschi, non stoccabili e non ci sono concesse le alternative di approvvigionamento e dismissione che sono appannaggio degli altri settori agroalimentari”.

“Il 2021 si chiude – conclude Salvi – con crescenti preoccupazioni per la campagna invernale dei nostri prodotti sui mercati internazionali. Vedremo se questo positivo andamento dell’ortofrutta made in Italy proseguirà nel nuovo anno, con particolare attenzione ai dati del primo semestre 2022”.

Fruitimprese

Costituita nel 1935 e assunta nel 1949 la forma di Associazione, Fruitimprese riunisce le imprese ortofrutticole italiane, svolgendo un ruolo fondamentale per favorire lo sviluppo delle aziende impegnate nell’attività di export-import, in un settore che contribuisce in maniera rilevante all’affermazione del “Made in Italy” nel mondo. Fruitimprese è al fianco degli associati in una fase di costante evoluzione dello scenario economico internazionale e di crescente competizione tra i protagonisti del mercato. Le aziende associate sono oltre 300, per un fatturato complessivo di 8 miliardi di euro.

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