L’intervista al sindaco di Castelvenere, uno dei 5 comuni di “Sannio Falanghina” Città europea del vino 2019
BENEVENTO. “Dobbiamo lavorare con molta umiltà avendo la capacità di farci capire”. È in sintesi il pensiero di Mario Scetta, sindaco di Castelvenere, che ha ritirato il riconoscimento “Sannio Falanghina” Città europea del vino 2019. Insieme ai primi cittadini di Guardia Sanframondi, Sant’Agata de’ Goti, Solopaca e Torrecuso ha ottenuto il premio di Recevin – la rete europea delle Città del Vino.
“Occasione storica, si sono accesi i riflettori sul Sannio, non solo sul mio paese. Questo fatto può esporre a pericoli. Quando si accendono i riflettori tutto brilla, tutto sembra bello. Poi quando i riflettori si spengono gli occhi restano abbagliati, il nero diventa ancora più nero, il buio diventa ancora più buio.
Noi in questo anno dobbiamo avere forza e capacità di far brillare il Sannio di luce propria. Dobbiamo avere capacità insieme di valorizzare ciò che il Sannio ha, senza inventarci nulla. Abbiamo gastronomia, vini eccellenti, un paesaggio meraviglioso, storia e cultura. Dobbiamo solo far conoscere agli altri ciò che abbiamo. Questo per due ragioni: facciamo venire turismo e soprattutto perché diventi conveniente per i giovani rimanere nel Sannio. Altrimenti avremo una fuga dal Sannio e questo è negativo.
Se la Falanghina sta trainando questo processo, viva la Falanghina. Ma adesso dobbiamo lavorare sodo per concretizzare un’opportunità che altrimenti ci sfuggirà per sempre”.
Come si lavora sodo in sinergia con Regione Campania e Governo? Cosa serve a questo territorio durante quest’anno e per i prossimi?
“Molta umiltà e sincerità di lavorare per un obiettivo, senza alcun protagonismo. Ho lavorato molto, per un anno e mezzo su questa occasione, perché faccio parte dell’esecutivo nazionale di Città del Vino. Quasi il mio compito è finito. Adesso devo lavorare con molta umiltà dietro gli altri su un progetto concreto coinvolgendo tutti: le Università, la politica, le associazioni di categoria, gli imprenditori, gli imbottigliatori, i produttori. È uno sforzo comune e dobbiamo avere la capacità di farci capire”.