Tracciabilità del prodotto e norme sull’etichettatura sono gli strumenti che permetteranno di tracciare il percorso della nocciola per garantire l’origine
Già approvata due anni fa, pur non essendo ancora entrata in fase operativa, la Nocciola di Avella ha ottenuto la De.C.O. (denominazioni comunali di origine), ossia il suo marchio territoriale. Il marchio è stato arricchito di importanti strumenti tali da garantire l’origine e la sua giusta comunicazione in etichetta, tutti aspetti ritenuti sempre più rilevanti dal consumatore contemporaneo, attento e desideroso di conoscere di più su ciò che mangia.
Frutto antico, gustoso, ricco di vitamine e catalizzatore di felicità, la nocciola è tra i prodotti tipici d’eccellenza della provincia di Avellino. Le origini della coltivazione in Irpinia sono molto antiche, come ne dà testimonianza il suo nome latino: “nux abellana” e come ritrovato nei Saturnalia di Macrobio, che scriveva: “Nux haec Abellana, quae est eadem, ex arbore est quae dicitur corylus, de qua Virgilius dicit: Corylum sere” (È questa la noce avellana, proprio quella raccolta dall’albero cosiddetto corylus, chiamato così anche da Virgilio nelle Georgiche). Abella era l’antica cittadina etrusca che sorgeva lì dove oggi c’è Avella, comune che insieme a Sperone, Baiano, Quadrelle, Sirignano, Mugnano del Cardinale e Monteforte Irpino, tutti in Provincia di Avellino, rientra nell’areale di produzione.
La Nocciola di Avella De.C.O. si compone di diverse cultivar (varietà), tra cui prevalente la Mortarella, poi la Camponica, la San Giovanni, la Don Aniello e altre varietà, delineando cosi un ventaglio varietale prestigioso ma anche ricco di biodiversità.
Frutto dalle interessanti e benefiche proprietà nutrizionali, fonte eccellente di vitamine, minerali (potassio, magnesio fosforo e calcio), proteine, fibre, acidi grassi essenziali (i cosiddetti grassi buoni) e antiossidanti (come la vitamina E). Proprietà note anche nella cosmetica.
Un passo in avanti importante quello annunciato dalla Commissione scientifica Comunale Nocciola di Avella De.C.O. e dall’Associazione di filiera Terrae Abellanae che annunciano di aver concluso con successo la definizione del marchio territoriale “Nocciola di Avella De.C.O.”. Evidente l’entusiasmo della Presidente della Commissione scientifica, e consigliera comunale con delega, Carmen Loiola, da sempre attenta alla valorizzazione del territorio: “Come Comune abbiamo supportato il progetto Nocciola di Avella da subito. Lo riteniamo fondamentale per la valorizzazione della filiera produttiva, a partire dai produttori, e per lo sviluppo del territorio. Ringrazio tutti gli operatori coinvolti nel percorso, dall’Associazione Terrae Abellanae che ha sollecitato e seguito passo dopo passo il progetto, al professore Vincenzo Peretti, professore Ordinario in Zootecnica Generale e Miglioramento Genetico afferente al Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, nonché Direttore scientifico dal 2006 del Consorzio di Tutela Provolone del Monaco D.O.P.”.
Nell’ultima settimana infatti sono stati approvati il quaderno di tracciabilità del prodotto e le norme sull’etichettatura dei prodotti, strumenti fondamentali per tracciare il percorso della Nocciola, garantire l’origine e la giusta comunicazione del marchio in etichetta, tutti aspetti ritenuti sempre più rilevanti dal consumatore contemporaneo, attento e desideroso di conoscere di più su ciò che mangia.
Un momento atteso, come emerge dalle parole di Biagio Estatico, presidente di Terrae Abellanae: “È il momento che tutti aspettavamo da tempo, in primis i produttori dell’areale, che adesso hanno uno strumento in più per ottenere risultati. Questo primo traguardo è il frutto di un percorso comune, che ha visto protagonista tutta la filiera locale, dai produttori ai trasformatori, fino anche all’apporto di giovani consulenti dottori agronomi e nel marketing. Ultimo, ma non ultimo, il Comune di Avella, che come attore Istituzionale ci sta dando supporto e fiducia attraverso il lavoro della Presidente della Commissione scientifica Carmen Loiola”.
Ora si apre una nuova fase, che porterà ulteriori passi in avanti, non solo nei confronti di questo frutto prezioso, ma di tutto il territorio.