La carne sintetica spaventa i consumatori italiani

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Vincenzo Peretti

Il professore Vincenzo Peretti: “Una scelta sbagliata che produrrà effetti deleteri”

Carne sintetica, cresce l’ondata di dissenso. L’idea di consumare carne sintetica, ottenuta in laboratorio non convince molti consumatori italiani ai quali l’ipotesi è stata sottoposta. La domanda è sorta in seguito al recente stanziamento di due milioni di euro concessi a due aziende olandesi impegnate nella produzione di “carne” in laboratorio da cellule in vitro. Il finanziamento è stato concesso alla Nutreco e alla Mosa Meat dove ha investito anche il famoso attore americano Leonardo di Caprio. Un altro personaggio pubblico che sta investendo su questo settore è Bill Gates.

Al coro dei dinieghi si unisce il professore del dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali della Federico II di Napoli Vincenzo Peretti che sottolinea quanto sia delicata questa ipotesi per svariati motivi: “Il primo è la scelta sbagliata di sostenere, con fondi europei, società che puntano al mercato globale, distribuendo per carne prodotti ottenuti dalla moltiplicazione cellulare in laboratorio combinate con fattori di crescita e sostanze compatibili con i tessuti biologici. Nonostante la carne sintetica è ritenuta un’alternativa alla carne più sostenibile per l’ambiente, diverse ricerche scientifiche, però, non hanno raggiunto un giudizio definitivo. A questo si aggiunge la reale conseguenza di una chiusura delle stalle con perdite di posti di lavoro e di produzioni tradizionali, la cui distintività è componente strategica del Made in Italy nel mondo”.

La zootecnica italiana, soprattutto quella delle aree interne, è un modello di sostenibilità, tutela del paesaggio e identità. Il patrimonio agroalimentare della filiera zootecnica si fregia di grandi eccellenze alcune delle quali provenienti proprio dal mondo della lavorazione e trasformazione della carne che rischierebbero di sparire oppure, nella peggiore delle ipotesi, portare ancora di più ad una intensificazione delle produzioni con sistemi di allevamento intensivi. L’unica certezza a difesa della tradizione nazionale resta il fatto che la maggior parte dei consumatori non ha gradito il lancio della “carne coltivata” e sicuramente accoglieranno con diffidenza l’eventuale novità, sperando intanto che la produzione convenzionale riveda la sua lavorazione riducendo il suo impatto su clima ed ambiente.

Ai cibi sintetici e a chi propone l’arrivo sulle nostre tavole della carne artificiale – continua Peretti – mi piace rispondere: “Mangiamo meno carne, di miglior qualità, difendiamo la biodiversità, l’origine ed il territorio, salvaguardiamo la tradizione e la tipicità, rispettiamo il benessere degli animali, sosteniamo l’allevamento ‘sostenibile e promuoviamo il consumo responsabile. È ora sempre più urgente promuovere leggi nazionali e regionali che rilancino: Agricoltura, Zootecnia e Pesca, eroiche e custodi”.

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Francesco Perrotta
Laureando in business management, da anni segue l'ecosistema startup italiano e internazionale. Coniuga la sua vena innovativa con l'amore verso il food.

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