Non solo vino per la provincia di Avellino che ora sfida con autorevolezza i grandi oli italiani con la sua cultivar più nota, sempre più apprezzata sulle tavole di tutto il mondo
L’ultimo riconoscimento se lo è aggiudicato un Ravece prodotto nelle campagne al confine tra Sturno e Frigento. Una soddisfazione, per giunta doppia, che rinvigorisce la speranza ed apre il cuore all’ottimismo. Il Monocultivar Ravece e il Papaloia, gli oli extravergine di oliva prodotti da “Il Mulino della Signora”, sono stati segnalati per la prima volta nella guida “Oli d’Italia 2021” del Gambero Rosso che, ormai da oltre dieci anni, individua e segnala le migliori produzioni nazionali, quelle strettamente legate al territorio di produzione nel rispetto di disciplinari e tradizioni.
Il panel di assaggiatori del Gambero Rosso ha assegnato due foglie al Monocultivar Ravece Il Mulino della Signora ed una foglia al blend Papaloia che, potranno così fregarsi ed esporre in etichetta il bollino di qualità, certificata da una delle principali guide del settore. Particolarmente orgoglioso per il riconoscimento, che arriva dopo l’inserimento degli oli di Sturno in un’altra guida internazionale dedicata al mondo degli oli extravergine di oliva, “Flos Olei 2021”, riferimento per i produttori e gli appassionati di tutto il mondo, il fautore del successo, Gianfranco Testa, urologo di fama internazionale che da anni si dedica alla campagna con estrema cura.
“Il riconoscimento del Gambero Rosso in qualche modo premia i tanti sacrifici fatti in un anno che è stato difficile per tutti ed in particolare per il mondo della ristorazione – sottolinea con orgoglio Gianfranco Testa, deus ex machina de “Il Mulino della Signora” – La natura, però, non va in lockdown e, forti di questa consapevolezza, non ci siamo fermati e, come facciamo ormai da tanti anni, abbiamo continuato ad ascoltarla fino a ricavarne i duo oli extravergine di oliva che sono il fiore all’occhiello della nostra luxury country house”.
Il Mulino della Signora, luogo di accoglienza campestre che, come pochi, sa abbinare il lusso delle piccole cose alla straordinarietà della natura, ha approfittato del lungo periodo di chiusura forzata per dedicarsi, oltre che alla produzione, anche alla sperimentazione in cucina.
Nuovi abbinamenti di gusto, nel rispetto del contesto tradizionale, sono pronti ad essere serviti in tavola così come potenziata e sicura sarà l’accoglienza negli chalet in pietra immersi nella vegetazione. Insomma, saranno tante le sorprese che, alla riapertura, gli ospiti potranno gustare nel rivivere giornate indimenticabili immersi in quel verde che, tra nuance e profumi, non poteva essere colore più adatto a riconciliare con la speranza di un futuro radioso.