Serata di gala domenica 2 giugno alla Cantina del Vesuvio a Trecase, in provincia di Napoli
NAPOLI. Sono 80 le candeline che domenica 2 giugno lo storico pastificio Setaro, ultimo sopravvissuto a Torre Annunziata, antica capitale dell’arte bianca, spegne presso l’azienda agricola vitivinicola Cantina del Vesuvio, situata in via Tirone della Guardia 18 a Trecase (Napoli).
Nel corso di una serata di gala, presentata dalla giornalista e scrittrice Maristella Di Martino, i fratelli Vincenzo, Nunziato e Giovanni Setaro festeggiano l’importante traguardo. Racconteranno la loro storia in compagnia di familiari, amici, collaboratori, giornalisti, imprenditori e rappresentanti del mondo istituzionale che, nel tempo, hanno contribuito alla crescita dell’azienda. I tre fratelli vogliono ribadire la loro fedeltà, da quasi un secolo, a valori quali l’artigianalità e la qualità in un mercato che corre sempre più veloce verso l’industrializzazione e l’omologazione del gusto.
Cornice d’eccezione è la suggestiva terrazza all’aperto di Cantina del Vesuvio, con una vista spettacolare sul golfo di Sorrento fino a Capri e tutt’intorno interminabili filari di viti e secolari piante di ulivo. L’evento sarà scandito da diversi momenti ma la protagonista indiscussa sarà ovviamente lei, sua maestà la Pasta, quella con la “p” maiuscola. Quella che il pastificio Setaro ha la forza e la determinazione di produrre e distribuire nel mondo attraverso botteghe gastronomiche ed enoteche del gusto appositamente selezionate e che diventano esclusiviste di zona in un raggio di diversi chilometri. Tre gli assaggi in degustazione, anticipati da timballi di pasta, frittelle e bruschette. A seguire saranno di scena le mezze millerighe con zucchine e gamberetti, i vermicelli con pomodori del Vesuvio e basilico e, infine, il classico dei classici, la pasta e fagioli, il tutto innaffiato dai vini dell’azienda che ospita l’evento.
La storia della famiglia Setaro parla da sola
La passione è l’ingrediente imprescindibile in un lavoro artigianale in cui è sempre l’uomo che segue ogni singola fase per dar vita ad un prodotto finale per intenditori. Una pasta per la quale è impossibile conteggiare con esattezza il tempo di cottura dei differenti formati perché varia in base al clima e alla qualità della semola utilizzata.
Oggi come ieri, la terza generazione di maestri pastai continua a conferire sempre nuova linfa al progetto di nonno Nunziato che, nel 1939, acquistò il pastificio. Tuttora è ubicato nel centro storico del comune vesuviano in una struttura di inizio Ottocento costruita proprio per ospitare la produzione di pasta. Qui le mura in pietra lavica spesse 80 centimetri che proteggono i locali dagli sbalzi termici creano l’ambiente ideale per la produzione di un’eccellenza gastronomica che porta in giro per il globo il nome della Campania e sopravvivono ancora due macchine d’epoca risalenti all’inizio del XX secolo capaci di produrre 200 chilogrammi di pasta in un’ora.
Il pastificio è un autentico tempio della pasta dove il clima mite, il mare di fronte, il Vesuvio alle spalle e l’assenza di correnti d’area fredda proteggono e rendono perfetto questo luogo per realizzare oltre 100 formati il cui valore nutritivo è conservato grazie alla selezione di speciali semole di grano duro, acqua di fonte purissima, antiche trafile in bronzo e metodi di essiccazione lentissimi, compresi tra le 24 e le 120 ore.