Interpretata dai professori Saverio Senni e Stefano Speranza. L’appuntamento è per domenica 26 presso l’orto botanico Angelo Rambelli
ROMA. La grande storia di uno dei frutti più saporiti e amati: la ciliegia. Saverio Senni e Stefano Speranza del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università della Tuscia interpretano “Il grande racconto delle ciliegie – Elogio, non banane, del Prunus avium”, passando per agricoltura, arte, storia, letteratura e tutto quello che si nasconde dietro un piccolo e delizioso frutto che dura poche settimane l’anno.
Il ciliegio ed il suo frutto prelibato sono da sempre fonte di ispirazione pittori, musicisti, scrittori, poeti, cineasti, stilisti, come probabilmente nessun altro frutto. Una produzione, quella cerasicola, sopravvissuta alla caduta dell’Impero Romano, alle invasioni barbariche, a conflitti, epidemie e devastazioni di varia origine e natura che hanno segnato il nostro paese negli ultimi duemila anni. La specie ha un nome molto suggestivo – Prunus avium – che ci collega agli uccelli, ghiotti di ciliegie. Viene coltivata in tutto il Bel Paese e merita dunque di essere celebrata a 360 gradi non solo per i suoi frutti prelibati ma anche per il legno, i meravigliosi fiori, e perfino per i noccioli e i piccioli dei frutti, preziosi ingredienti di rinfrescanti tisane.
Il Grande Racconto delle Ciliegie è una performance unica del suo genere a livello nazionale che si sviluppa come un viaggio nel mondo delle ciliegie attivando i “sette sensi” – i cinque tradizionali più quelli che fanno capo all’intelletto e alle emozioni – comprendendo una degustazione diretta di frutti di diverse varietà, per assaporarne le differenze.
Assaggiando ciliegie durante lo spettacolo il pubblico vivrà così un’esperienza irripetibile, accostando l’inaccostabile, viaggiando virtualmente da Cerasunte (Turchia) a Celleno (VITERBO), dai Rolling Stones a Judi Garland, dai mosaici di Pompei a Checov, da Leonardo da Vinci a Fabrizio de Andrè, da Montezuma a Massimo Ranieri, e altro ancora a prefigurare un’originale e straordinaria “macedonia” sensoriale e culturale. Insomma, un vero atto d’amore per una specie che coi suoi frutti è nella nostra Storia.
L’appuntamento è per domenica 26 maggio 2019, ore 17:30 presso l’Orto Botanico “Angelo Rambelli” dell’Università degli Studi della Tuscia, Strada Bullicame – Viterbo.