Appuntamenti a Monaco e Berlino per presidiare un mercato strategico
FIRENZE. Il Consorzio Vino Chianti torna in Germania con 18 aziende che saranno impegnate in una collettiva in due tappe, domani, 28 gennaio a Monaco e il 30 gennaio a Berlino: protagonista della missione commerciale sarà il “Chianti Superiore Docg” che verrà proposto in una degustazione “verticale” di vini dal 2018 al 2011, uno per ciascuna delle sette sottozone di produzione della Denominazione. A Monaco il Chianti Superiore Docg si inserirà nel collaudato format dei “Tre Bicchieri”, a Berlino in quello dei “Vini d’Italia World Tour”, sotto il cappello del Gambero Rosso International. In entrambe le occasioni il Consorzio Vino Chianti organizzerà anche un seminario per diffondere la conoscenza del Chianti Superiore Docg, una categoria di prodotto ancora non molto diffusa e caratterizzata da parametri di produzione più restrittivi rispetto al Chianti: minor resa per ettaro, grado alcolico minimo più alto, affinamento minimo di un anno e un profilo organolettico più raffinato.
Il Chianti Superiore Docg è un vino moderno e duttile, dinamico, interpretato da una minoranza di produttori con cifre stilistiche del tutto personali: dai modelli più freschi e giovani, che prendono spunto dai vini di annata per accentuarne struttura, acidità, complessità di profumi, ai modelli più austeri, maturi, anche da invecchiare.
È su questo Chianti “super” che il Consorzio punta per consolidare la propria presenza sul mercato tedesco, un’area strategica per le importazioni che però ha dato nell’ultimo periodo alcuni segni di sofferenza: il calo delle vendite di vino italiano in Germania è stato pari al 10% nei primi sette mesi del 2019.
“La Germania è per noi il primo mercato europeo di riferimento, assorbe il 32% delle esportazioni totali pari a 19 milioni di bottiglie – dice il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi (nell’immagine di copertina) – Il rallentamento dell’economia tedesca sta iniziando a farsi sentire con i consumatori che si rivolgono ai vini spagnoli e cileni che hanno prezzi più favorevoli. Dobbiamo essere presenti oggi a maggior ragione per mostrare la qualità superiore dei nostri prodotti e presidiare con cura un mercato che resta comunque strategico, nonostante le buone performance registrate in altri Paesi”.