L’evento da Cap’alice mercoledì 29 gennaio: l’altra Campania da sorseggiare
NAPOLI. Il prossimo appuntamento della sesta edizione di Storie di Vini e Vigne incontra i vini in anfora di tre produttori campani. Sono sempre più numerose le cantine che scelgono gli orci di terracotta nella produzione dei loro vini e anche in Campania si trovano delle espressioni estremamente interessanti. Una moda o voglia di ritorno al passato? In un paese come l’Italia dove la storia dell’uomo ha sempre camminato pari passi con il vino e la vigna, dove si è scritta la storia del vino, doveva prima o poi capitare che a qualcuno venisse in mente di sperimentare questo metodo ancestrale di vinificazione. Il più antico in assoluto e, proprio in Campania, quasi per magia, è tutt’oggi possibile visitare diversi siti dove esistono ancora i dolia interrati dopo più di 2000 anni. Specie nella zona intorno al Vesuvio dove, appunto, la furia del vulcano ha creato dei fermo immagine estremamente affascinanti – vedi la Villa di Augusto a Somma Vesuviana o Villa Regina a Boscoreale.
I risultati sono molto interessanti, tali vini, il più delle volte, sono particolarmente espressivi e profondi, grazie alla neutralità dell’anfora e alla possibilità offerta alle uve bianche di praticare macerazioni sulle bucce più o meno lunghe. Anche se il risultato non è scontato come si potrebbe pensare, comunque questa tecnica richiede una notevole conoscenza e professionalità. Il 29 gennaio a Cap’alice si incontrano, e si raccontano, tre produttori campani che hanno molto da dire in questo campo visti gli ottimi risultati raggiunti con i propri vini, e seguendo sempre la linea del cuore – un elemento a quanto pare indispensabile.
Tre aziende e tre territori diversi messi a confronto con più annate, moderati da Marina Alaimo, ideatrice del format Storie di Vini e Vigne.
In degustazione ci saranno i seguenti vini
Scomposto Malvasia del Beneventano 2015 – 2017 Tenuta Sant’Agostino
Zagreo Fiano Roccamonfina 2015 – 2018 Cacciagalli
Quartara Fiano Colli di Salerno 2014 – 2017 Lunarossa
Segue la cena con i piatti dell’oste Mario Lombardi