Dal 4 al 6 giugno la Cina ospita l’appuntamento annuale più importante dell’istituto, con la partecipazione di tutte le 19 aziende associate
ROMA. Sarà un vero e proprio dream team di produttori top quello che si prepara a sbarcare a Shanghai e Hong Kong dal 4 al 6 giugno in rappresentanza dell’eccellenza enoica tricolore. L’Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi farà infatti tappa in Cina per il suo appuntamento più importante e rappresentativo dell’anno, schierando le 19 aziende icona che dal 2004 promuovono e valorizzano insieme il brand Italia nel mondo. Dopo aver toccato grandi metropoli come Mosca, Tokyo, San Pietroburgo, Toronto, Miami, Londra, San Francisco, Milano, Berlino, Zurigo e in ultimo Houston, Boston e New York nel 2018, saranno dunque due delle città più dinamiche e interessanti dell’Asia a ospitare l’evento istituzionale IGM che, come da tradizione, prevede seminari di approfondimento, degustazioni guidate da esperti internazionali e dagli stessi titolari delle cantine associate e due walk around tasting. Il tutto con l’obiettivo di diffondere e valorizzare la conoscenza sulla vitivinicultura eccellente del nostro Paese ma anche di rafforzare le quote del vino tricolore in un mercato riconosciuto come il più promettente a livello mondiale, seppur ad oggi fortemente presidiato dalla Francia ma che, negli ultimi anni, ha visto crescere prepotentemente l’Australia. Basti infatti pensare che in Cina, sempre nel 2018, i francesi hanno rappresentato il 37% del valore di tutto il vino importato (ma era il 42% appena due anni prima), mentre gli australiani sono contestualmente passati dal 24% al 27% di quota.
“Quest’anno abbiamo scelto di fare tappa a Shanghai e Hong Kong – spiega Piero Mastroberardino, presidente dell’Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi – con lo scopo di testimoniare, attraverso la nostra presenza diretta e la nostra attività, la cultura della qualità che caratterizza il vino italiano su un mercato, quello cinese, che è in rapida evoluzione. Shanghai, in particolare, è la città cinese più ricca, dinamica, moderna e cosmopolita che più di ogni altra anticipa le tendenze, mentre Hong Kong, seppur non più città-stato come un tempo, rimane una delle piazze asiatiche più importanti sul piano finanziario e dei beni di lusso e per il vino un hub logistico importante e di riferimento per gran parte dell’Asia. In generale il consumo di vino in Cina nel giro dell’ultimo decennio è più che raddoppiato ed il vino italiano, secondo i dati Wine Monitor relativi ai vini imbottigliati, occupa in valore il quinto posto dopo Francia, Australia, Cile e Spagna con una quota di mercato del 6%. C’è quindi molto lavoro da fare ed è necessaria un’azione che, accanto agli sforzi messi in campo da un paio di anni dal Mise attraverso l’ICE e il tavolo di concertazione con le categoria, affianchi la presenza più diretta delle aziende. Proprio in questa ottica si inserisce il nostro evento istituzionale, non a caso il più importante dell’anno in quanto vede la presenza di tutte le cantine associate, ciascuna rappresentate da un membro della famiglia titolare”.
Alois Lageder, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Antinori, Argiolas, Col d’Orcia, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido e Umani Ronchi. Saranno loro dunque la ‘locomotiva’ dell’IGM Asia Tour 2019, che si prepara a partire il 4 giugno alla volta del Ritz-Carlton Pudong di Shanghai per poi arrivare il 5 e 6 giugno a Hong Kong, prima al James Suckling Wine Central, per un incontro di benvenuto, e successivamente al Four Seasons Hotel.
Ad aprire entrambi gli appuntamenti saranno i seminari e le degustazioni guidate – riservati a stampa di settore, trade e pubblico professionale – che porranno l’accento sulle etichette più rappresentative di ciascuna azienda in una sorta di viaggio nell’Italia del vino di qualità e delle sue peculiarità territoriali condotto da due ‘esploratori’ d’eccezione: Ying Guo, una delle più autorevoli sommelier cinesi, e Jeannie Cho Lee, la prima Master of Wine asiatica. Ai vini top IGM già presenti sul mercato o che stanno per essere introdotti, invece, sono dedicati i due walk around tasting a chiusura di giornate. Quattro, in particolare, i prodotti di ciascuna cantina che saranno protagonisti di questi intriganti banchi d’assaggio aperti esclusivamente a buyer, FB manager, ristoranti, wine bar e club, sommelier e opinion leader.
L’Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi, attualmente presieduto da Piero Mastroberardino, comprende 19 tra le più rappresentative aziende del Belpaese
Alois Lageder, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Antinori, Argiolas, Col d’Orcia, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi. Una compagine in grado di esprimere un fatturato di 560 milioni di euro e un valore delle vendite all’estero pari al 6% dell’intero export enologico tricolore.
Che bello quando le eccellenze italiane vengono apprezzate al mondo. Il vino italiano è uno dei migliori su scala globale, se non addirittura il migliore in assoluto, e spero che iniziative come questa aiutino a esportarlo sempre di più in Oriente.