All’indomani della scelta dell’Irlanda, che ha ottenuto dall’UE di poter portare avanti il progetto di legge sui cosiddetti “health warnings” ovvero avvisi alla salute da poter apporre sulle etichette del vino indicanti la pericolosità del prodotto, analogamente a quanto accade per le sigarette, molteplici sono state le reazioni nazionali contro il provvedimento.
Oltre a stigmatizzare l’evidente lesione dell’applicazione uguale a tutti i membri dell’UE dei principi del mercato unico, garantita dall’OCM, da più parti viene sottolineato come un prodotto storicamente riconosciuto come parte integrante della dieta mediterranea e di millenaria tradizione, venga trattato alla stessa stregua del tabacco, senza peraltro differenziare tra le quantità e le modalità di consumo.
L’approccio di natura ideologica, aprioristicamente contro il consumo, senza distinzione fra consumo consapevole ed abuso, rischia di creare un precedente pericoloso per uno dei prodotto di eccellenza del made in Italy, che fattura attorno ai 14 miliardi di euro, la metà dei quali appannaggio delle esportazioni.
“Risulta evidente che questa forzatura della normativa europea, che mette in discussione i principi del mercato unico europeo e pone indiscriminatamente sul banco degli imputati il prodotto vino, crea dei seri problemi al settore” afferma il Presidente del Consorzio Vini del Trentino sen. Pietro Patton. “Affermare in via generale che il vino faccia male, è sbagliato e fuorviante, quando proprio i nutrizionisti sono concordi nel consigliare un consumo consapevole e moderato della bevanda quale componente integrante della sana dieta mediterranea. L’educazione al bere consapevole ed un approccio corretto al consumo sono la strada da percorrere, non certo misure proibizioniste” continua il Presidente.
Il Consorzio Vini del Trentino si schiera quindi in maniera convinta contro la scelta irlandese ed invita tutti i vari stakeholder del mondo del vino ad unirsi per lanciare un appello a tutti i livelli per evitare l’applicazione di un provvedimento che rischierebbe di danneggiare irreparabilmente la produzione vitivinicola italiana ed europea.