Dall’idea di Elena Bisio e dei suoi “compagni d’avventura”, l’azienda genovese che permette di far vivere attimi di quotidianità locale
Ascolta “07. Foody la startup italiana delle esperienze enogastronomiche” su Spreaker.
ROMA. Impastare la pizza con pizzaioli napoletani, raccogliere miele con apicoltori e pescare a bordo di un peschereccio: sono solo alcune delle avventure prenotabili su Foody. La startup italiana, per meglio dire made in Genova, offre esperienze per tutti i gusti e per tutte le età: “Puntiamo ad accontentare e a soddisfare tutte le esigenze, proponendo offerte variegate e adattandoci anche a clienti che possono spendere meno”.
Elena Bisio, ceo e cofunder di Foody, ha raccontato l’evoluzione delle esperienze e della nascita della startup: “I dati ci confermano che il trend è sempre più in crescita e la quasi totalità di turisti, sia italiani che stranieri che visitano una città, hanno già avuto un’esperienza. Grazie all’acceleratore veneto H-farm, abbiamo portato avanti quella che all’inizio era solo un’idea e ci ha permesso di lavorare con altri ragazzi che amo chiamare i miei compagni d’avventura”.
L’espansione non è che all’inizio, infatti Foody nei prossimi anni mira ad espandersi anche in Europa: “I prossimi step saranno imporci sempre più in Italia, ma anche allargarci ad altre nazioni europee simili alla nostra per cultura, come Portogallo, Spagna e Francia”.
Idea molto interessante e all’avanguardia. Peccato però che in Italia per accompagnare i turisti serva essere accompagnatori turistici abilitati e se sono incluse visite serve una guida autorizzata. Esistono due esami regionali con valenza su tutto il territorio nazionale per garantire standard minimi di qualità e sicurezza. Ci sono persone che studiano parecchio per ottenere questa abilitazione, mi sembra che dal sito internet di questa piattaforma non sia dia nessuna importanza a riguardo. Il turismo è un settore affascinante, ma è necessario non improvvisare, non basta un buon sito accattivante, delle foto, social networks. Servono abilitazioni, studi adeguati e non di digital marketing.