Resta il divario sul prezzo tra i vini francesi e quelli italiani: i primi vengono venduti a oltre 9 euro al litro, quelli nostrani si fermano sopra i 5 euro
Si accaparra un punto importante l’Italia nell’eterna partita che vede il Bel Paese scontrarsi con la Francia in materia di vini: secondo i dati degli ultimi anni, negli Stati Uniti il vino rosso nostrano piace più di quello transalpino. A sostenerlo è stata una ricerca di Nomisma Wine Monitor, l’osservatorio nato per iniziativa dell’Area Agricoltura e Industria Alimentare di Nomisma. Un supporto le imprese e le istituzioni della filiera vitivinicola italiana nella comprensione delle dinamiche di mercato, sia a livello nazionale che mondiale. È dallo studio di questo team di esperti che è venuto fuori il dato positivo delle esportazioni in America di vino rosso Dop imbottigliato.
In particolare, la ricerca ha preso in esame i rossi Dop delle tre regioni vinicole italiane di riferimento: Toscana, Piemonte e Veneto. Li ha messi a confronto coi vini prodotti nelle principali regioni francesi, ovvero Bordeaux e Borgogna. Analizzando il periodo di tempo che va dal 2012 al 2017, è venuto fuori che l’Italia batte la Francia in quello che rappresenta per entrambi i Paesi il principale mercato di destinazione.
Se negli Stati Uniti d’America i vini rossi italiani migliorano, il divario di prezzo con quelli francesi resta. I vini d’Oltralpe superano anche i 9 euro al litro, quelli nostrani si fermano sopra i 5 euro.
Il nostro vino rosso pesa infatti per il 21% del totale di categoria, mentre i rossi transalpini si fermano al 17%. Un risultato che premia ma che resta isolato, dal momento che nel resto del mondo la superiorità della Francia è ancora indiscussa. Un gap che sembra riguardare non tanto la qualità dei vini, quanto l’immagine, la storia e la capacità di venderla ai consumatori. Non a caso il divario tra le due nazioni si fa evidente, anche e soprattutto sui prezzi: i rossi francesi vengono esportati a un prezzo medio che si aggira intorno ai 6 euro al litro contro i 4,64 degli italiani. Se si tratta di rossi Dop, poi, la differenza tende ad acuirsi: le produzioni transalpine vengono stimate a 9,1 euro al litro mentre quelle nostrane poco più della metà, 5,5 euro.
Su come diventare competitivi su più fronti si è parlato pochi giorni fa anche a Montalcino durante l’ultima edizione di “Benvenuto Brunello”, l’evento toscano ormai giunto alla sua 27esima edizione. Tra i consigli per i produttori italiani è emersa soprattutto la necessità di fare gioco di squadra, una pratica in cui i francesi – secondo l’enologo di Chateau Giscours Chateau du Tertre, Lorenzo Pasquini – sono molto più bravi di noi.
In questo contesto, si spiega ancora, il Brunello e le altre denominazioni di Montalcino, “rappresentano un’eccezione: l’export pesa per il 70% dell’intera produzione. Per il Brunello la penetrazione nei 3 paesi asiatici – secondo Pasquini – sale al 15% dell’export totale, non arrivando ai livelli dei vini francesi ma registrando comunque il doppio rispetto alla media degli altri rossi italiani”.