Consorzio Vino Chianti: “Mercato riparte, ma serve meno burocrazia”

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Consorzio Vino Chianti

Il presidente Giovanni Busi: “Dopo quattro anni difficili pronti a una stagione importante tra America e Asia”

“Dopo quattro anni complessi, tra difficoltà produttive e Covid, torniamo a un Vinitaly vero, con anche le prime presenze dai mercati asiatici che per noi rappresentano un settore strategico e importante”. Lo afferma Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, alla 55esima edizione del Vinitaly di Verona, in programma dal 2 al 5 aprile. Presenti oltre 40 aziende con un proprio desk, un bancone istituzionale con più di 170 etichette di vino Chianti d.o.c.g., prodotte da oltre 90 aziende, e un secondo bancone istituzionale con 45 etichette di Vin Santo del Chianti d.o.c. in assaggio, in rappresentanza di 38 aziende del territorio.

“Qui a Verona presentiamo i nostri prodotti, ma siamo già concentrati anche ai programmi del prossimo futuro: punteremo su Nord e Sud America, con particolare attenzione a Brasile e Messico e poi soprattutto all’Asia: ad aprile – aggiunge il presidente del Consorzio – la prima trasferta che faremo sarà proprio in Giappone, poi Corea del Sud e a novembre in Cina, Vietnam Thailandia”.

“Oggi le imprese, circa 3.600 quelle del Chianti, sono fiere di confrontarsi di nuovo con il mercato. Il settore agricolo è stato in sofferenza: costi più elevati per la produzione, per l’imbottigliamento, per le nostre uve. E l’Unione Europa – conclude Busi – non ci aiuta visto l’innalzamento dei tassi, che arriva in seguito all’aumento anche dei costi di energia e materie prime. Abbiamo bisogno invece di poter ridurre le spese per investire nei nuovi mercati. Al Governo chiediamo una sburocratizzazione: significherebbe alleviare costi spesso insostenibili e lunghe procedure, inutili tanto per noi quanto per lo Stato”.

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