Collavini: il grigio festeggia i cinquant’anni con una nuova etichetta

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Collavini

La grafica rinnovata verrà presentata durante Vinitaly, dove lo spumante da uve pinot grigio e chardonnay, primo metodo Martinotti friulano, debuttò nel 1973

Il Grigio Spumante Brut di Collavini compie cinquant’anni e celebra l’importante traguardo raggiunto con un restyling della storica etichetta. La nuova bottiglia verrà presentata durante la cinquantacinquesima edizione di Vinitaly, dove il primo spumante friulano da uve pinot grigio e chardonnay creato con metodo Martinotti debuttò nel 1973. Nella grafica scelta traspare l’amore di Manlio Collavini per uno stile che si avvicina alle correnti artistiche del Liberty e dell’Art Nouveau. Il disegno, ispirato a un’immagine rinvenuta da Manlio stesso in un libro antico, è stato riadattato per l’etichetta de Il Grigio, dove il movimento delle piccole spirali ricorda l’elegante armonia dei cirri della vite. L’autore dell’opera originale è Aubrey Beardsley, illustratore inglese contemporaneo di Oscar Wilde, che lo scrittore descrisse come “dalla faccia come un piatto d’argento e con capelli verdi come l’erba”.

“I miei primi ricordi de Il Grigio Spumante – racconta Luigi Collavini, titolare assieme al fratello Giovanni e al padre Manlio di Collavini – si legano a quando da bambini andavamo a giocare nel magazzino e con gli amici si costruiva con i cartoni dei veri e propri fortini dove poi ci fronteggiavamo a colpi di fucili ad elastico. Poi, come logica conseguenza, arrivavano le tirate d’orecchi del magazziniere che si trovava tutti i cartoni sporchi e sparpagliati. Passavo poi, qualche anno dopo, ai primi sorsi di vino bevuti in occasione dei brindisi natalizi o di Capodanno in famiglia. E nella mia età adulta diventava un compagno di lavoro, quando andavo a proporlo ai clienti nelle enoteche e nei ristoranti. Io e Il Grigio abbiamo fatto molta strada assieme e adesso, che sono ‘grigio’ anche io, vivo questo vino quasi come un membro della nostra famiglia e per questo il 50° anniversario mi è particolarmente caro”.

Nel corso dei suoi cinquant’anni, Il Grigio ha ottenuto numerosi successi, affermandosi tra le personalità più in vista degli anni Settanta e Ottanta. Carlo, l’allora erede al trono e oggi re d’Inghilterra, e la moglie Diana Spencer lo assaggiarono durante il loro viaggio in Italia nel 1985: ne è testimone la lettera inviata da Buckingham Palace in cui si ringrazia per il gradito dono ai principi di Galles. Anche Renato Pozzetto, Cochi Ponzoni, Teo Teocoli, Enzo Jannacci, Steno, Guido Nicheli, meglio noto come Il Dougui o Il Cumenda dei cinepanettoni dei fratelli Vanzina, e il gruppo di comici che si esibiva al Derby Club di Milano ne furono grandi ammiratori. Fu proprio Nicheli a consigliare a Manlio Collavini di distribuirlo nei club e nei bar più esclusivi della città meneghina, decretandone il successo. Non solo: Il Grigio è stato per anni utilizzato nella preparazione del celebre cocktail Bellini all’Harry’s Bar di Venezia, luogo di ritrovo del jet set internazionale. Proprio a bordo degli aerei Alitalia e Air Canada è stato per lungo tempo servito come brindisi benaugurale per il volo.

Di colore paglierino scarico, brillante con venature verdognole, il profumo de Il Grigio è fragrante e fresco, con note di mela golden, pera e crosta di pane caldo. Il sapore rotondo, leggermente aromatico, è armonico e persistente. Si presta a essere servito come aperitivo o per accompagnare primi piatti vegetariani e pesce al forno.

Collavini

Una storia di famiglia che inizia più di un secolo fa e che continua oggi raccontando nel calice il migliore Friuli enoico. Nel 1896 Eugenio Collavini inizia a commerciare vino alle nobili famiglie udinesi. Il testimone passa poi al figlio Giovanni, che guiderà l’azienda tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. La svolta avviene con l’ingresso di Manlio, che con uno sguardo rivolto al futuro porterà Collavini e i vini friulani alla ribalta sui mercati internazionali. Nel 1971 nasce Il Grigio, spumante da uve pinot grigio e chardonnay, probabilmente il primo prodotto con metodo Martinotti in Friuli. Alla fine del decennio, Manlio con spirito pionieristico produce uno spumante a base di Ribolla Gialla: un successo che gli varrà l’appellativo “Il Signore della Ribolla Gialla”. Proprio queste uve, nella versione Brut, danno vita al Metodo Collavini, innovando la tecnica enologica friulana del tempo. Oggi Giovanni e Luigi, figli di Manlio, guidano l’azienda con attenzione alla qualità e voglia di sperimentare.

Collavini produce un milione e mezzo di bottiglie, esportandone circa il 50%. I mercati di riferimento esteri più importanti sono Canada, USA, Germania, Regno Unito, Thailandia e Giappone.

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