Chianti: “Su vendemmia 2021 sospiro di sollievo, calo produzione ‘solo’ del 15%”

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consorzio vino chianti

Regione Toscana approva l’istanza del Consorzio Vino Chianti sulla riduzione rese massime vendemmia 2021, per tenere in equilibrio il mercato e a sostegno dei prezzi

“Dopo la gelata del maggio scorso le piante hanno reagito bene, quindi avremo una buona produzione. Non sarà un’annata eccezionale da un punto di vista quantitativo, ma il danno è minore di quello che pensavamo quindi possiamo tirare un piccolo sospiro di sollievo”. Così Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti fa il punto sulle previsioni per la vendemmia 2021 su cui pesano i danni registrati dopo la gelata dei mesi scorsi. “La produzione sarà più scarsa del trend normale – aggiunge Busi – ma rispetto alla prima stima che vedeva una riduzione media del 30-40%, ora prevediamo un -15%”.

Un’altra notizia positiva per il vino Chianti arriva sul fronte delle vendite che nel mese di giugno hanno registrato una crescita del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Per tenere in equilibrio domanda e offerta, l’ultima assemblea del Consorzio Vino Chianti, che si è svolta a giugno, aveva deciso la riduzione delle rese per la prossima vendemmia. La decisione ora è stata approvata dalla Regione Toscana con una delibera nell’ultima seduta di Giunta.

“Per la vendemmia 2021 abbiamo deciso una riduzione delle rese del 15% per mantenere in equilibrio la produzione e il mercato – spiega Busi – Per fortuna il mercato sta riprendendo e il prodotto in magazzino c’è, quindi con questa decisione garantiamo un ritorno economico maggiore per la fase della produzione.

Nell’ultimo mese, infatti, abbiamo registrato un aumento dei prezzi per la produzione del 15-20%, quindi siamo sulla strada giusta. “La riduzione delle rese – precisa infine Busi – non è stata fatta perché non c’è mercato per il Chianti, tutt’altro, ma per mantenerlo in equilibrio ai prezzi attuali, senza creare sbalzi eccessivi. L’obiettivo finale adesso è quello di consolidare la crescita al fine di garantire alla fase della produzione una marginalità che prima non c’era”.

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