C’è chi le chiama frappe, bugie, sfrappole e altri svariati nomi, ma in pochi conoscono le origini delle Chiacchiere, tipico dolce di Carnevale.
Le loro origini sono collocate nell’Antica Roma, periodo in cui venivano proposti i Frictilia, dolci a base di uova e farina e fritti nel grasso di maiale. Le donne romane li preparavano in occasione dei Saturnali, festività che, per caratteristiche, ricorda proprio il nostro Carnevale.
Il dolce fritto era offerto alla folla in occasione dei festeggiamenti, durante i quali, proprio come in epoca moderna, ogni scherzo valeva. Le quantità di Frictilia preparate era notevole, in quanto dovevano bastare per tutto il periodo dei Saturnali e, vista la facile esecuzione e i costi bassi, erano perfette per le esigenze del momento.
Nel corso degli anni la ricetta originale è rimasta pressoché invariata. La variazione più significativa ha riguardato solo la cottura. Infatti, per motivi salutistici, il grasso animale è stato sostituito da una cottura al forno o in olio di semi.
Inoltre, da regione a regione, sono stata applicate delle piccole varianti alla ricetta romana e, sempre in base alla loro collocazione, hanno acquisito nomi differenti.
Il fattore comune a tutte le ricette è senza dubbio la grande fragranza e la lunga conservazione. Una volta cotte, le chiacchiere possono essere infatti consumate nei successivi sette giorni.
Per conservarle basta riporle in una busta ben sigillata e tenuta in un luogo fresco e riparato da fonti di calore.