Cecchetto tra le prime aziende vitivinicole venete a presentare il bilancio di sostenibilità

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Un percorso di responsabilità ambientale e sociale che inizia nel 2017 e punta all’obiettivo climate positive entro il 2026

L’azienda agricola Cecchetto Giorgio di Tezze di Piave (Treviso) presenta il primo bilancio di sostenibilità relativo all’anno 2021, distinguendosi come una tra le prime realtà vitivinicole venete a farlo. Il documento, redatto utilizzando gli standard internazionali di riferimento del Global Reporting Initiative (GRI), racconta in maniera trasparente le loro performance economiche ma soprattutto ambientali e sociali, unitamente agli obiettivi e progetti futuri.

Nata nel 1985, Cecchetto impiega oggi 32 collaboratori e conta 224 ettari vitati coltivati. La produzione si attesta sui 65.850 ettolitri di vino per un fatturato totale di 10,9 milioni di euro. Il mercato di maggior interesse è l’Italia mentre le esportazioni si concentrano soprattutto in Europa ma anche negli Stati Uniti d’America e in Australia.

Il percorso, iniziato nel 2017, coinvolge tutta la filiera, dai fornitori ai consumatori nel post-acquisto. Alla qualità produttiva di Cecchetto si affianca oggi una marcata responsabilità sociale ed ecologica. L’azienda ha intrapreso un cammino a tappe per misurare, comprendere e ridurre il proprio impatto ambientale con l’obiettivo di diventare climate positive entro il 2026.

“Oggi le aziende vitivinicole – sostiene Giorgio Cecchetto – oltre a produrre vini di grande qualità riconosciuti e premiati a livello internazionale devono essere consapevoli del proprio impatto ambientale. Questo significa da un lato adottare buone pratiche in vigneto e in cantina, dall’altro tutelare e preservare il territorio in cui si svolge la propria attività, coinvolgendo ed educando alla responsabilità le comunità locali su tematiche legate alla crisi climatica”.

Per promuovere il benessere ambientale e sociale, Cecchetto negli anni ha implementato diverse attività: l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, la riduzione del consumo idrico in campagna e in cantina, l’impiego di materiale riciclato o certificato FSC per il packaging, l’acquisto di attrezzature poco impattanti sull’ecosistema e la messa in opera di iniziative di riforestazione sul territorio. Esempio recente di questa visione attenta e responsabile, volta a trattenere più emissioni di CO2 rispetto a quelle derivanti dai processi produttivi, è il bosco di proprietà a Maser, sulle colline asolane, sito nell’area MAB Unesco e certificato FSC: qui sono stati piantati circa 1000 alberi con il coinvolgimento degli alunni della scuola media locale.

L’impegno di Cecchetto nel 2017 è stato riconosciuto e si è tradotto in importanti certificazioni di sostenibilità, tra queste S.Q.N.P.I. – Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata e V.I.V.A. – La Sostenibilità nella Vitivinicoltura in Italia. La prima garantisce un sistema agricolo di produzione basato su metodi agronomici e di difesa naturali, attenti alla preservazione della biodiversità locale. La seconda, invece, prevede ogni due anni la valutazione delle prestazioni di sostenibilità dell’azienda e lo sviluppo di piani di miglioramento per il futuro.

Nel frattempo la Comunità Europea si sta muovendo per finalizzare entro giugno 2023 gli standard di reporting non finanziario, che verranno resi obbligatori a partire dall’esercizio 2024 a seconda della tipologia e dimensione aziendale. “Nonostante noi, come PMI, per il momento non abbiamo l’obbligo di fare reporting – continua Giorgio Cecchetto – nel voler promuovere un modello d’impresa ma soprattutto di filiera vitivinicola sostenibile abbiamo deciso di redigere il nostro primo Bilancio di Sostenibilità a testimonianza di una responsabilità concreta e trasparente verso l’ambiente ma soprattutto verso i nostri stakeholder, poiché tutti abbiamo l’obbligo di preservare il nostro pianeta per le future generazioni”.

All’attenzione ambientale si aggiunge l’impegno sociale, in quanto l’azienda non vuole essere un sistema chiuso ma un soggetto capace di entrare in relazione con il territorio e le comunità, facendo impresa in maniera condivisa e inclusiva. Massima espressione di questo approccio la vendemmia organizzata assieme a AIPD – Associazione Italiana Persone Down, occasione in cui i ragazzi diventano vignaioli per un giorno, lasciando la loro impronta su 1000 bottiglie con etichette da loro personalizzate.

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