Il parco archeologico si fa sempre più grande è attraente. Le aperture, da tempo attese, hanno restituito due attrazioni bellissime è particolari per capire la vita antica, immedesimarsi in essa è conoscere ulteriormente la storia degli antichi romani
Provate a immaginare quanto, nell’800, periodo in cui iniziarono gli scavi presso quello che oggi è l’attuale “Parco archeologico di Pompei”, l’immaginario collettivo e lo stupore che hanno donato queste due scoperte agli occhi delle persone dell’epoca. Queste sensazioni ritornano anche adesso. Le due Domus sono aperte al pubblico, dopo un lungo periodo restauro, manutenzione e messa in sicurezza.
La Domus dei Dioscuri, scavata per la prima volta negli anni 20’ dell’800, imponente è ricca di ricchezze, grande circa 1500 metri quadri traspare in tutta la sua potenza. Il nome fu assegnato a causa di due dipinti, oggi esposti al MANN, sulle pareti delle “fauces” che rappresentano appunto i due Dioscuri (Castore e Polluce) della mitologia greca e successivamente in quella romana.
L’abitazione è dotata di due atri, collegati tramite un peristilio, un braccio settentrionale che scenograficamente è più elevato rispetto agli altri, dal quale si vede una profonda vasca usata per i giochi d’acqua e dove c’erano eleganti decorazioni in marmo. L’atrio principale è dotato di 12 colonne di tufo e su di esso si aprono sontuosi ambienti per il ricevimento degli ospiti, sul fondo un piccolo giardino; l’atrio secondario è interamente occupato dagli ambienti di servizio e da quelli dedicati al riposo. Grazie ad appunti del passato, miste a nuove scoperte e interpretazioni hanno aiutato a ripristinare, almeno parzialmente, l’ambiente originale.
Il giardino vegetale, presenta un disegno ben definito che rimanda a quello di altre domus, richiama molto bene l’opulenza e il lusso delle domus patrizie. Fiori di vario tipo, colonnati che danno l’illusione di verticalità e tane decorazioni e affreschi.
La villa di Diomede che deve il suo nome a Marcus Arrius Diomedes, la cui tomba si trova all’ingresso, è situata lungo la via dei Sepolcri. Uno dei primi reperti a vedere la luce, è un complesso articolato su quattro livelli, con una estensione di circa 3700 metri quadrati con vista panoramica sul golfo di Napoli.
Uno degli spazi suggestivi è il giardino al centro del quale c’è un triclinio coperto per banchetti e anche una grande piscina. Qui sono state anche rinvenute due vittime dell’eruzione vulcanica, una delle quale aveva un anello dorato è un piccolo tesoretto in monete. Il restauro qui ha interessato il consolidamento degli ambienti, in particolare attenzione affreschi e opere sul pavimento, la costruzione di nuove architetture per coprire bene gli spazi nonché la messa in sicurezza di balaustre ed elementi di sostegno metallici.
Questi restauri, uniti alle nuove scoperte fatte negli ultimi anni e alle modifiche di fruizione ei flussi turistici, con il miglioramento delle entrate per diversamente abili e il miglioramento di alcuni collegamenti tra ambienti fanno parte del progetto “Grande Pompei”, il quale scopo non è solo migliorare l’accesso agli scavi, ma restituire, grazie al prezioso contributo di studiosi, archeologi ed esperti, di una storia che è più viva che morta.