A vincere la sfida organizzata dal Miur e dal pastificio artigianale Leonessa, in ex equo, gli studenti-chef dell’Istituto ospitante e i colleghi della sezione distaccata dell’Istituto Caruso nel carcere di Secondigliano
NAPOLI. Un concorso giunto alla sua quinta edizione, indetto dal Miur in sinergia con il pastificio artigianale Leonessa. È “I primi delle Festività” che all’Istituto alberghiero Ippolito Cavalcanti di San Giovanni a Teduccio (Napoli) ha visto sfidarsi 11 istituti alberghieri di tutta la regione Campania. Il premio è la foto del piatto vincitore sulla tredicesima pagina del calendario Leonessa 2020, stampato in 60 mila copie e giunto ad un traguardo importante: i suoi 25 anni.
In giuria Oscar Leonessa, amministratore del pastificio artigianale Leonessa, gli chef Giuseppe Aversa del ristorante stellato Il Buco di Sorrento e Pasquale De Simone del Reinassance Hotel Mediterraneo di Napoli, Maria Sarnataro delegata Cilento e Vallo Di Diano dell’Ais Campania, e Michele Armano delle Scuole di Cucina del Gambero Rosso ed esperto della Guida ai Ristoranti del Gambero.
Gli 11 istituti alberghieri che si sono sfidati
Sono undici gli istituti alberghieri della Campania che si sono sfidati il 5 aprile nella gara “I Primi delle Festività”. Sono IPSSAR di Ariano Irpino e Vallesaccarda De Gruttola, Novelli di Marcianise, IPSSART di Teano, Rainulfo Drengot di Aversa, Veneto di Napoli, Morano di Caivano, Cavalcanti di Napoli, Russo di Cicciano, Caruso nel carcere di Secondigliano, Pisacane di Sapri.
La ristorazione per superare la pena detentiva: l’esperimento del carcere di Secondigliano
Ad impreziosire l’iniziativa la presenza di due chef della sezione distaccata dell’Istituto Caruso nel carcere di Secondigliano. Un esperimento, quello della ristorazione e della cucina, portato avanti da 3 anni, con l’idea della riabilitazione ad una vita normale oltre la pena detentiva.
I vincitori della sfida
A vincere la sfida organizzata dal Miur e dal pastificio artigianale Leonessa, in ex equo, gli studenti-chef dell’Istituto ospitante, l’alberghiero Ippolito Cavalcanti, e i colleghi della sezione distaccata dell’Istituto Caruso nel carcere di Secondigliano.